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La morte di Marta Marzotto, la regina dei salotti

30 luglio 2016

di Antimo Verde – Chi pensa che le favole non esistano e che servano solo far addormentare e sognare i bambini, si sbaglia davvero tanto. Le favole esistono e e i sogni si possono realizzare. Così è successo ad una bambina, figlia di un casellante delle ferrovie e di una mondina, nata a Reggio Emilia e destinata a seguire le orme di sua mamma, visto che trasferitasi nel Paese, inizia poi, a lavorare nelle risaie, dove per proteggersi dalle foglie taglienti del riso e dalle punture di zanzare si fasciava le gambe con le pezze per proteggersi e che si terrorizzava quando le bisce d’acqua e i topi le sgusciavano tra i piedi nudi affondati nella melma.

Ma per quella ragazza, che sognava il principe azzurro e una vita diversa il destino le riserva grandi sorprese. Quella ragazza riuscirà a diventare un simbolo di moda e di charme per l’intero Paese. Quella ragazza diventerà Marta Marzotto la regina dei salotti.

La svolta per la giovane e bellissima Marta, arriva, quando trasferitasi a Milano, trova lavoro in un magazzino e notata da Boccassile viene scritturata per fare la modella, iniziando così a fare i primi passi nella moda.

Ma la vera occasione avviene quattro anni dopo, durante una sfilata al Lido di Venezia, quando il suo sguardo incrocia quello di Umberto Marzotto, il “conte volante” come veniva definito, per via della sua passione per le corse automobilistiche. Da quell’amore nascono cinque figli: Paola, Vittorio Emanuele, Matteo, Maria Diamante e Annalisa, morta di fibrosi cistica a 32 anni.

Il matrimonio dura trent’anni, non senza alcune “libertà” che si prenderà la stessa Marta, come lei stessa ammette scherzandoci sopra. Perché la giovane è talmente bella, che diventa, l’amante pubblica e scandalosa, e poi musa ispiratrice del pittore Renato Guttuso, che le attribuisce il nomignolo di “libellula d’oro” e la ritrae nelle sue opere.

Pur non lasciando il marito, che le concederà il divorzio sono negli anni’90 e continuando a mantenere il suo cognome, l’irrequieta Marta si intrattiene non solo con Guttuso, la cui relazione dura vent’anni, ma intreccia contemporaneamente una storia decennale anche con Lucio Magri, l’intellettuale comunista che vive a due passi da casa Guttuso.

Proprio per quest’ultimo non riesce ad evitare qualche bega giudiziaria. Infatti nel 2006 viene condannata in primo grado per aver riprodotto, senza averne titolo, alcune opere in suo possesso di Guttuso, i cui diritti legalmente sarebbero spettati al figlio dell’artista. Però, nel 2011 la Corte d’Appello ribalta la sentenza «perché il fatto non costituisce reato».

Desiderata anche da Sandro Pertini che le telefona tutte le mattine alle 7,45 in punto per una chiacchierata che si conclude sempre con :“Marta, si ricordi che lei è amata da un grande pittore e adorata da un piccolo presidente”.

La Marzotto è sempre stata una donna libera, anticonformista e soprattutto vulcanica ed energica. Non ha mai voluto nascondere le sue umili origini, anzi ci giocava e se ne vantava. Con la sua loquacità e oratoria, riesce a diventare la regina dei salotti romani, dove passano tutti i nomi di peso del mondo della cultura e dell’arte.

Grazie all’emittente privata Gbr, il suo salotto diventa anche televisivo e ospita i nomi più illustri, persino Andy Warhol, che discutono dei temi più disparati, da quelli più seri ai più frivoli, incoronandola definitivamente la regina dei salotti.

Diventa icona di stile e porta avanti l’attività di stilista con discreto successo. Sempre piena di energia ed entusiasmo, non si ferma mai, riesce a scrivere due libri, ad apparire in film e svariati programmi televisivi. A settant’anni, porta carovane di amici a visitare la Libia ancora sconosciuta ai turisti, e promuove restauri di quadri che va a scovare in chiesette sperdute d’Italia.

Quando si parlava del tempo che passava, affermava: “Io non ho età, sono immortale. Bloccatemi se siete capaci”. Ma una breve malattia, vissuta nella massima riservatezza circondata dall’affetto di tutti i suoi figli e nipoti, all’età di 85 anni, la costringe ad interrompere e concludere la sua bella e lunga favola che ha fatto sognare tanti italiani.

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