Accogliamo la sfida!

Facebook: arcobaleno, fuori o dentro di me?

30 giugno 2016

Dal dopoguerra in poi ci siamo sempre lasciati tentare dai colori, seguendo i “consigli” della nostra matrigna statunitense: blue jeans, fanta orange, red bull, green day, black metal, The White Stripes, etc. etc.

Questa volta la moda d’oltreoceano, cavalcando l’onda gay, ci invita ad indossare i colori dell’arcobaleno e subito diventa tendenza su facebook.

Accogliamo la metafora sentendoci, per questa volta, autorizzati ad utilizzare un linguaggio “colorito”.

L’arcobaleno è un’immagine stupenda per esprimere la diversità! Un’insieme di colori differenti, ognuno con la sua identità e specificità, che nell’incontro con gli altri non annienta ciò che è, ma contribuisce ad esprimere l’armonia del creato. Un ambiente dove ogni cosa o persona, se viene lasciata al suo posto libera di esprimersi, non è inferiore o migliore dell’altra perché diversa, ma necessaria proprio perché complementare.

Noi non siamo l’arcobaleno, ma parte di esso. Nella singola persona non possono convivere più colori (personalità) poiché, in questo caso, il tutto nel frammento non è possibile se non in termini schizofrenici. Ognuno di noi non può essere bianco e nero, rosso e giallo, rosa e azzurro. Annientare la diversità significa soffocare la bellezza di un soggetto, in nome di un anonimo astrattismo dalle apparenti sembianze artistiche, ma senza firma d’autore.

Io valgo perché sono maschio, tu perché sei donna, insieme perché esprimiamo la pienezza dell’essere uomo. Ricchezze umane e spirituali che nella loro complementarietà rappresentano l’astuccio con i pennarelli a disposizione dei piccoli per colorare il loro mondo. Sicuramente una vita a colori, ma solo perché parte della comunità arcobaleno.

P. E.

 

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