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19 Dicembre 2024
La Chiesa che ti aspetti e che non vorresti, capace di placare l’evidente sete di potere, andando oltre, per mostrare il suo volto più umano e genuino, tra vecchi e nuovi ideali radicati in profonde credenze personali.
Un film per nulla scontato, forse proprio perché celebra un conclave che non ti aspetti al cinema, politicamente scorretto dal momento in cui la scelta di non strafare in anticlericalismo lo rende una pellicola confessionale.
Verrebbe da dire che, dal nostro punto di vista, l’intenzione autoriale sembra tradire se stessa, trasformandosi in un sermone apologetico, tendente a giustificare la normalità con tutte le sue molteplici sfumature.
Un’ambientazione solo apparentemente rimandante ad un ambiente circoscritto, che a tratti ricorda un gioco di ruolo, dove lo spettatore è recluso con i cardinali nel conclave ed è chiamato a dar senso a solidi indizi per trovare il colpevole di turno e farlo uscire indenne.
Un pretesto, l’ambientazione vaticana e l’elezione del papa, per rappresentare in metafora una società che danza al ritmo del gambero, compiendo un passo avanti e due salti indietro, icona di una Chiesa che fatica a seguire Cristo, ma che ancora guidata dallo Spirito, affascina tutti proprio perché non piace a nessuno, come quel Dio Padre che si teme possa mostrare il suo volto di Madre.
A. G.