16 giugno 2017
di Antimo Verde – E’ un popolo, quello dei donatori di sangue, che non fa notizia e clamore, ma che silenziosamente e alacremente, assicura l’autosufficienza nazionale. Secondo i dati forniti dal Centro Nazionale Sangue in occasione del “World Blood Donor Day”, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità celebra il 14 giugno, in Italia nel 2016 avviene una donazione di sangue ogni 10 secondi e ciò ha permesso di fornire a quasi 660mila persone le trasfusioni salvavita di cui avevano bisogno, oltre a garantire a individui affetti da diverse malattie i farmaci plasmaderivati di cui avevano bisogno. Un risultato assolutamente positivo e pieno di speranza.
Basti pensare che solo lo scorso anno si sono registrate oltre 3 milioni di donazioni di sangue e plasma, mentre i donatori risultano essere stati un milione e 688mila. Anche se leggermente in calo rispetto all’anno precedente, i donatori abituali sono stati 1.370.556, mentre quelli nuovi 317.071. A livello di genere si registra, invece, una netta prevalenza per i maschi con il circa 70% e se il 27% rientra nella fascia di età 36-45 anni, l’andamento degli ultimi anni vede un progressivo invecchiamento dei donatori, con un calo nelle fasce più giovani e un aumento in quelle più in là con l’età.
La regione con più donatori, per ogni mille abitanti, risulta essere il Friuli Venezia Giulia, mentre la Calabria è quella che ne ha meno. Altra notizia positiva è che gli obiettivi di autosufficienza nazionale per il 2016 sono stati mantenuti soprattutto grazie al meccanismo di compensazione, che prevede che le regioni che raccolgono più sangue del fabbisogno lo cedano a chi, invece, è in crisi. A fare in modo che si raggiungesse tale risultato sono state maggiormente il Piemonte il Veneto il Friuli-Venezia Giulia e la Lombardia.
La situazione è altrettanto positiva anche nel resto dell’Europa, dove ogni anno, grazie alle donazioni di sangue dei cittadini, vengono fornite circa 26 milioni di unità di sangue agli ospedali. Secondo il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, il sistema italiano del sangue è un unicum nel panorama europeo, proprio grazie ai donatori. Non nascondendo che bisogna correggere alcune situazioni che definisce “ombre”, come l’invecchiamento della popolazione e il fenomeno della scadenza delle sacche di sangue.
Senza il contributo dei donatori certamente non si potrebbe avere un sistema gratuito e anche nell’emergenza sono sempre in prima linea. Il Ministro considera l’esercito dei donatori, come un’enorme catena che ha dietro di sé un patrimonio etico che va valorizzato e salvaguardato. L’invecchiamento della popolazione, ha sottolineato, poi, porta da una parte alla diminuzione dei donatori, che oltre una certa età non possono più donare, e dall’altra all’aumento delle necessità di sangue.
Una ragione in più per una gestione che non preveda la distruzione di sacche di sangue. È importante che tutte le Regioni cerchino di contribuire il più possibile al sistema di compensazione nazionale e che incrementino la raccolta. Per questo si fa appello alla sensibilità delle Regioni affinché consentano alle strutture trasfusionali una maggiore flessibilità nei giorni e negli orari di apertura, in modo da venire maggiormente incontro alle esigenze dei donatori.
È grazie a questi, infatti, che ogni anno nel mondo vengono raccolte 112,5 milioni di donazioni, un numero in crescita e merito principalmente dei Paesi ad alto reddito. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la donazione di sangue da parte dell’un per cento della popolazione può soddisfare i requisiti fondamentali di una nazione intera.
Ed è significativo che ad oggi, solo 57 Paesi raccolgono il 100% della loro offerta di sangue da donatori di sangue volontari e non pagati. Per questo è stato scelto come slogan, per celebrare la Giornata Mondiale del Donatore di Sangue del 2017: “Come posso aiutare?” “Dona sangue. Donalo ora, donalo spesso”. Un invito ad assumersi un impegno serio e programmato per contribuire a salvare concretamente la vita degli altri.