27 aprile 2014
Oggi si scrive una pagina di storia destinata ad essere letta ed approfondita per secoli. Quattro pontefici coinvolti: due santi e due ancora viventi. Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Francesco! Tutti protagonisti di una celebrazione che, oltre il suo significato liturgico e la risonanza mediatica, si arricchisce dell’imprevedibile quotidiano che non può essere previsto e programmato. Si chiama integrazione tra fede e vita, criterio di verifica per la comunità credente e ogni presunto cristiano.
L’uomo non è mai riuscito a trovare un accordo con se stesso, interpretando in maniera equivoca gli eventi della storia. Tutto è soggetto all’interpretazione relativista del pensiero umano. Non esiste il bianco e il nero, ma un numero imprecisato di sfumature che esprime la multipla personalità dell’opinione pubblica.
In barba all’intenzione dell’informazione di massa, non solo Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II non sono riusciti a scardinare le teorie alternative di qualche intellettuale principalmente cattolico, ma hanno anche stimolato il sentimento popolare ad emozioni contrastanti.
Chi ha ucciso Marco Gusmini? Il caso, la superficialità dell’uomo, l’incomprensibile piano di Dio? Le circostanze attirano l’attenzione dei ricercatori di misteri. Alla vigilia della canonizzazione, un ragazzo di 21 anni, abitante in via Giovanni XXIII, muore sotto una croce innalzata in onore di Giovanni Paolo II. Al lettore l’interpretazione del fatto!
Ciò che invece credo sia importante evidenziare, è il miracolo d’amore operato dai due neonati santi, nella domenica della misericordia.
Non credo che ci sia modo migliore, più semplice e immediato per spiegare cos’è la misericordia, di ascoltare la testimonianza di una mamma e di un papà che pensavano fosse terminato il tempo delle vie crucis ed invece si trovano, loro malgrado, a vivere direttamente la caduta del loro Cristo sotto il peso della croce.
Chiediamo tutti insieme ai nuovi santi di portarsi dietro Marco e così oggi avremo tre santi al prezzo di due, poiché essere santi significa stare in Paradiso!
Bravo Marco, ora potrai continuare a fare l’animatore di Oratorio, la risposta alla tua ultima domanda è arrivata: è già iniziato il Gruppo Estivo e per te, questa volta, durerà per l’eternità !
A. G.