Accogliamo la sfida!

Il Papa ai giovani: Lui vive e ti vuole Vivo!

18 aprile 2020

– di Alessandra Milani

Christus Vivit

L’esortazione apostolica post sinodale “Christus Vivit” di Papa Francesco indirizzata “ai giovani e a tutto il popolo di Dio” si presenta in forma di lettera composta da capitoli 9 e 299 paragrafi. Il Papa lasciandosi ispirare dalle riflessioni e dai dialoghi del Sinodo sui giovani celebrato in Vaticano nell’ottobre 2018 si rivolge ai giovani lanciando un invito carico di fiducia, ottimismo e rinnovata speranza: “Cristo vive! Egli é la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa Giovane, diventa nuovo, si riempie di Vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo!”.

L’ascolto empatico

Di fronte alla voce di una società che spesso critica e rimprovera le nuove generazioni biasimando i loro comportamenti ed evidenziando problematiche e criticità, il Papa suggerisce il cammino di un ascolto empatico. L’ascolto profondo, che calandosi profondamente nel tessuto interiore giovanile sappia coglierne la ricchezza del pensiero, valorizzando e alimentando i germi di bene seminati nel loro cuore.Una sfida non solo per i giovani ma per tutti coloro che sono chiamati ad accompagnarli nel loro cammino di crescita e maturazione.

Liberarsi dalla tendenza clericarista

Il Papa propone di abbracciare una nuova prospettiva ed un nuovo sguardo senza lasciarsi persuadere da visioni che alimentando un circuito di pessimismo. Infatti, spesso si guarda al mondo giovanile con la pretesa di aver trovato risposte preconfezionate. L’appello è quello di lasciarsi guidare dalle loro domande che, molto spesso, sono cariche di quella libertà che solo la forza di uno Spirito, che non è possibile confinare, può suscitare. L’invito a tutti gli educatori è quello di uscire da schematismi e sterili dogmatismi e liberarsi da quella tendenza “clericarista” che conduce a ritenere di appartenere ad un gruppo che possiede tutte le risposte e non ha più bisogno di ascoltare ed imparare nulla.

Testimoni appassionati

Spesso, la pratica religiosa ed un cammino all’interno delle realtà ecclesiali costruisce un’ impalcatura di certezze con il rischio di definirsi unici detentori della verità ed avere la presunzione di conoscere l’unica salvezza. Inevitabilmente si ricade in analisi approssimative che generano castelli di retorica e, dunque, risposte inadeguate o vuota metafisica. I giovani hanno il diritto di incontrare sul loro cammino testimoni appassionati capaci di mettersi al loro fianco coinvolgendosi in prima persona, disposti a rileggere quotidianamente le loro illusorie certezze per lasciarsi interrogare profondamente dal loro vissuto emotivo. Infondo, sono loro l’unica vera ed insostituibile risorsa che ci può far sperare in un sistema sociale in cui prevalga la convinzione che il domani possa essere meglio dell’oggi.

Oltre la pastorale del “riunionificio”

Infine il Papa ribadisce che l’ ascolto profondo dei giovani è prerogativa necessaria ed indispensabile per una rinnovata pastorale che sappia incarnare i bisogni dell’uomo nell’oggi storico. L’ invito provocatorio viene indirizzato a tutti coloro che, a vari livelli, contribuiscono all’educazione dei giovani ricercando linee di azione e strategie operative. Il Papa invita ed incoraggia ad assumere nuovi stili e nuove strategie censurando la logica di una pastorale del “riunionificio”, in cui gli adulti cercano di avere tutto programmato, con riunioni periodiche ed orari fissi. I giovani si sentono poco attratti da questo schematismo pastorale che spesso imprigiona, soffoca la libertà individuale ed ingenera effetti molto lontani da un’autentica crescita: “… Voglio sottolineare che i giovani stessi sono attori della pastorale giovanile, accompagnati e guidati ma liberi di trovare strade sempre nuove con creatività ed un audacia. Di conseguenza sarebbe superfluo soffermarmi qui a proporre qualche sorta di manuale di pastorale giovanile o guida pratica di pastorale. Si tratta piuttosto di fare ricorso all’astuzia, all’ingegno ed alla conoscenza che i giovani stessi hanno della sensibilità, del linguaggio e delle problematiche di altri giovani. La pastorale giovanile ha bisogno di acquisire un’altra flessibilità ed invitare i giovani ad avvenimenti che offrano loro un luogo dove non solo ricevano formazione, ma che permetta loro anche di condividere la vita”.

Non dimentichiamo che il vero educatore è un maestro di libertà!

 

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