Accogliamo la sfida!

Da un premio Nobel gli alberi della pace

30 Gennaio 2012

di Antonella Palumbo  –

 

“Piantare alberi è come seminare idee. Con il semplice gesto di piantare un albero diamo speranza a noi stessi e alle future generazioni “. Con questa frase, il premio Nobel per la pace Wangari Muta Maathai sintetizza l’essenza del Green Belt Movement (Movimento delle Cinture Verdi), da lei stessa fondato nel 1977.

Nata in Kenia nel 1940 da una famiglia di contadini fu donna dai numerosi primati: laurea  in Biologia nel 1966 e dottorato negli Stati Uniti, cattedra presso l’Università di Nairobi e premio nobel.

Nel 1976 s’iscrisse al Consiglio nazionale delle donne del Kenia e intraprese una forte campagna di sensibilizzazione verso le azioni di disboscamento attuate in tutto il continente africano, sostenendo azioni di sviluppo sostenibile.

Grazie al lavoro del Green Belt Movement in Kenia sono stati piantati oltre 30 milioni di alberi di origine indigena, piante da frutto e piccoli arbusti, che hanno consentito la nascita di 600 comunità e seimila vivai, con migliaia di posti di lavoro creati per le donne del luogo, molte delle quali divenute guardiane dei boschi.

Ambientalista convinta, la Maathai ha sempre sostenuto i diritti umani, consapevole del fatto che preservare e ripristinare le risorse naturali e salvaguardare le biodiversità, rappresentano una strada vincente per la realizzazione della democrazia e della pace.

Per questo suo impegno ha subìto persecuzioni ed è stata arrestata, ma, forte delle sue convinzioni, questa straordinaria donna dell’Africa ha portato avanti la sua battaglia. Per il suo impegno è stata  insignita di numerosi riconoscimenti in tutto il mondo, fra i quali il premio “Global 500” del programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Con la sua associazione ha fornito alle donne del Kenia uno strumento per proteggere il proprio ambiente attraverso una gestione eco-sostenibile e uno sviluppo economico equo delle risorse.

Oggi il suo esempio è stato adottato in altri paesi africani e nel resto del mondo.

Tale politica ha permesso di ridurre l’erosione del terreno e di preservare migliaia di ettari di foreste indigene, e soprattutto, di far valere i diritti di centinaia di migliaia di donne e delle loro famiglie per una vita più sana e produttiva.

Wangari Maathai si è spenta nel settembre del 2011.

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