
25 Febbraio 2012
di Antonella Palumbo –
Nell’elegante location del Ristorante Umberto di Napoli, il 17 febbraio è stato presentato il Manifesto della Resistenza Contadina di Slow Food Campania.
Il documento articolato in 5 punti, ha lo scopo di dar voce a tutti i contadini che resistono a un impoverimento del valore dei prodotti da parte dell’industria alimentare; a una legislazione che da sempre penalizza la produzione su piccola scala; a una cementificazione selvaggia che causa la progressiva perdita di suoli agricoli; all’illegalità diffusa, e all’omologazione dei prodotti a causa dei costi elevati, che penalizza i piccoli produttori attenti alla varietà e alla biodiversità .
Parlare di contadini dando voce ai contadini, è questo l’impegno che si assume l’Associazione internazionale no-profit Slow Food, che dal 1986, con il motto di cibo buono, giusto e pulito, si adopera a favore di uno stile alimentare di qualità rispettoso del territorio e delle tradizioni locali.
Premiare l’anticonformismo di tanti piccoli agricoltori che hanno a cuore le produzioni abbandonate da molti perché ritenute non valide economicamente.
L’impegno di questi agricoltori è quello di tenere in vita il patrimonio territoriale, attraverso un percorso di sostenibilità che considera fondamentale il rispetto del ciclo produttivo, evitando concimi chimici e rispettando i ritmi di riposo del suolo.
La vera agricoltura non si fonda sui valori dell’industria, né tantomeno sui gusti imposti da quest’ultima ai consumatori. Difatti, alcuni prodotti locali hanno caratteristiche organolettiche e visive ben lontane da quelle presenti sulla maggior parte dei mercati. La vera sfida è indurre il consumatore a prendere coscienza della salubrità dei prodotti locali a dispetto di quelli imposti dal mercato, e a sostenere la produzione del territorio e il lavoro di migliaia di contadini che hanno scelto di stare dalla parte della biodiversità e della sostenibilità ambientale.