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Allarme Fao: ogni anno si sprecano 1,3 miliardi di tonnellate di cibo

15 febbraio 2016

di Antimo Verde – Come tutti sanno, nel mondo ci sono milioni di persone che soffrono la fame o che sono denutriti. Persone, soprattutto bambini, che non hanno di che sfamarsi e destinati, nella maggior parte dei casi, ad una morte certa. Pensare, invece, che una minoranza di persone, nell’altra parte del pianeta, spreca quotidianamente enormi quantità di cibo, sembra paradossale. Eppure, secondo la FAO, ogni anno si sprecano 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, pari a circa un terzo della produzione totale destinata al consumo umano. Uno spreco alimentare che costa ogni anno 1.000 miliardi di dollari.

Inoltre, secondo il Rapporto “Waste Watcher del 2015”, solo in Europa si gettano 90 milioni di tonnellate di cibo. Una cifra che sale a 2.600 miliardi, se si considerano i costi legati all’acqua e all’impatto ambientale. Guardando, in casa nostra, invece, lo spreco di cibo domestico riguarda 30 milioni di tonnellate e vale complessivamente 8,4 miliardi di euro all’anno, ovvero 6,7 euro settimanali a famiglia per 650 grammi circa di cibo sprecato.

Combattere gli sprechi diventa, pertanto, un dovere che richiede gesti semplici che possono cambiare le nostre cattive abitudini e fare, nettamente, la differenza. Non si tratta soltanto di limitare i consumi e recuperare il cibo in eccesso, ma di agire all’origine e su tutte le filiere dei prodotti alimentari, dalla produzione fino agli stessi acquisti. Per tale motivo, è stata istituita nel 2014 dal Ministero dell’Ambiente, in collaborazione con la campagna “Spreco Zero” e dell’Università di Bologna, la Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare.

Un appuntamento che si rinnova ogni anno e che si prefigge di sensibilizzare i cittadini riguardo a questo disastroso fenomeno, e promuovere le buone pratiche per ridurre a zero gli sprechi. Perseguendo questi intenti, la Terza Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare ha l’obiettivo di estirpare il problema alle radici, attraverso varie iniziative e attività, per evitare in futuro, di correre a inutili ripari.

Tra queste, va segnalata la manifestazione “Alimentare la salute”, promossa dalla Fondazione Enpam, che si focalizza, innanzitutto, sulla conservazione del cibo come misura essenziale di prevenzione. Infatti, secondo il fondatore di “Last Minute Market”, Andrea Segrè, presidente del Comitato tecnico-scientifico per il piano nazionale di prevenzione dei rifiuti, studiare le cause e i comportamenti dei consumatori è il primo passo per garantire politiche adeguate di prevenzione dello spreco.

Oltre a ciò, la campagna europea di sensibilizzazione “Spreco Zero”, andrà alla radice dello spreco domestico, che incide in misura rilevante sul fenomeno fino allo 0,5% del prodotto interno loro italiano. Per di più, il 2016 sarà l’anno del monitoraggio dei ‘Diari di famiglia’, ossia rilevazioni scrupolosamente annotate da famiglie campione, che indicheranno con precisione la misura qualitativa e quantitativa dello spreco ad ogni pasto e spiegheranno come il cibo gettato viene, di volta in volta, smaltito.

Un’indagine che avrà la validazione scientifica dell’Università di Bologna – Distal e che, sulla base dei primi test avviati nel 2015, permette già di affermare che lo spreco di cibo domestico reale è circa il 50% superiore a quello percepito e dichiarato nei sondaggi. Incredibilmente, si è rivelato, poi, che nei Paesi in cui mancano le tecnologie per contenere, proteggere, conservare ma anche trasformare e trasportare gli alimenti di base, questi vanno perduti fino al 90% prima di poter essere fruiti.

Ciononostante, i consumatori tendono a focalizzare l’attenzione solo sulla parte di vita degli alimenti che si svolge dal momento dell’acquisto al momento della fruizione. Per Luca Falasconi, curatore del progetto “Reduce”, il tema degli sprechi e delle perdite alimentari ha assunto un’importanza crescente nel dibattito internazionale sulla sostenibilità dei modelli di produzione e consumo.

Pertanto, si propone di contribuire alla riduzione degli sprechi alimentari a livello nazionale, seguendo tre direttrici principali: quella della ricerca, quella dell’educazione e quella della comunicazione. Come affermato dal Sottosegretario al Ministero dell’Ambiente, Barbara Degani, la lotta agli sprechi e alle perdite alimentari gioca un ruolo decisivo per la riduzione dell’impronta ambientale della produzione alimentare, ma soprattutto, per assicurare un’adeguata disponibilità di cibo per le generazioni attuali e future.

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