
12 Febbraio 2017
di Antimo Verde – Senza infamia e senza lode. Così può essere sintetizzata l’ultima serata del sessantasettesimo Festival della canzone italiana. Una serata durata la bellezza di oltre cinque ore e che ha assunto la forma e il sapore di un minestrone, in cui vi è stato buttato di tutto nell’intento di renderlo più gustoso e appetibile possibile, ma che alla fine ha ottenuto solo parzialmente il risultato auspicato. La conduzione dei due bravi presentatori, all’insegna del garbo e del “volemose bene”, non ha certo aiutato a risollevare le sorti di una serata troppo lunga e dispersiva nei tempi e nei temi. Un Festival che, di sicuro, non rimarrà nella storia per i suoi contenuti.
Dispiace vedere come autori televisivi pagati profumatamente abbiano lesinato la loro vena autoriale per lasciare che il carrozzone sanremese fosse essenzialmente concentrato sulle poche e inconsistenti chiacchiere dei due protagonisti e sull’eccezionalità della presenza della vera signora di Mediaset, che a detta dei più, con il suo stile freddo e distaccato, pare abbia sdoganato la liturgia del festival. La non discesa dalla scala, la presentazione accovacciata su un gradino, il presentare senza enfasi, per gli addetti ai lavori è un punto di non ritorno per i futuri condomini del palco dell’Ariston con cui, volenti o nolenti, dovranno confrontarsi.
Se la De Filippi, dopo la kermesse sanremese, ritorna senza rimpianto a casa del biscione e alle sue abituali creature, chiudendo definitivamente la parentesi targata Rai, l’abbronzato conduttore Conti dichiara pubblicamente che anche per lui questo è il suo ultimo Festival. In effetti, fare meglio sarebbe davvero impossibile. Nonostante la lungaggine della serata, e una miriade di ospiti, tra cui uno strepitoso Zucchero che guadagna l’uscita per ben tre volte e un energico Alvaro Soler, non si comprende la necessità di invitarne tanti altri come Enrico Montesano e Geppi Cucciari, che sono risultati, per il contesto, deboli e fuori luogo.
Per fortuna il doveroso premio alla carriera, per l’eterna ragazzina Rita Pavone che festeggia i 55 anni di carriera, accompagnato dalla sua performance che riesce a far impallidire i più giovani in gara, restituisce un senso alla serata. Come capita ogni volta, risentire le canzoni dopo qualche giorno, aiuta a rendere più digeribili anche le meno accettabili e i 16 Big rimasti in gara, esibendosi per l’ennesima volta, non si sono discostati dalle performances delle serate precedenti, se non per avvalorare l’impressione del primo ascolto.
Peccato che oltre alla bella scenografia e alle fantasmagoriche luci, ci siano stati errori tecnici imperdonabili per una manifestazioni di tale caratura: Alessio Bernabei sbatte su una telecamera di un cameraman incautamente avvicinatosi troppo, Sergio Sylvestre non riesce a scendere dalla scala perché bloccata, e soprattutto perché inquadrare durante l’esibizione di Bianca Atzei il famoso fidanzato, Max Biagi, nello backstage se lo stesso non è stato fatto per tutti gli altri colleghi in gara? Il mistero Bianca Atzei continua ad alimentarsi!
Nonostante si faccia fatica a resistere, esattamente alle 01:37 della notte, si giunge alla tanto attesa proclamazione. Dopo la lettura della classifica finale si arriva al podio per poi rilanciare per l’ennesima volta il televoto.
A contendersi la vittoria ci sono Francesco Gabbani, Ermal Meta e la favoritissima Fiorella Mannoia. Tuttavia l’esito è tutt’altro che scontato. Se il terzo posto di Ermal Meta sembra doveroso, la vittoria a sorpresa del giovane cantautore Gabbani lascia piacevolmente increduli. Anche se a discapito di una strepitosa Fiorella Mannoia, che a stento nasconde la sua delusione, ma che le va dato il merito, con la sua presenza e la sua splendida canzone, di aver impreziosito la manifestazione. Ma quella di Gabbani è davvero una vittoria meritata.
Con il suo brano, che con profonda allegria riesce a far riflettere sulle nuove tendenze occidentali, il giovane di Carrara dimostra un’abilità musicale innata, fatta di tanta gavetta, di porte sbattute in faccia e di piccoli grandi passi. Non arriva da nessun talent e perciò con nessuna fan-base consistente, ma può contare su un ampio bagaglio fatto di collaborazioni incredibili che lo hanno portato sino a Celentano e Mina.
Già vincitore della sezione Giovani dello scorso anno, grazie ad un ripescaggio voluto da Massimo Giletti per una chiara anomalia nel conteggio dei voti che l’hanno rimesso in gara, per Gabbani salire sul gradino più alto del podio della manifestazione più importante d’Italia è sicuramente un ottimo trampolino di lancio per l’Europa, visto che ha già dato la sua disponibilità per la partecipazione al vecchio-caro Eurofestival. E con le carte che ha da giocare sicuramente riuscirà a conquistare tutto il vecchio continente.
Ma il Festival si chiude con un inquietante incognita. Dopo il triennato di Conti, che conclude il Festival con un record di ascolti che sfiorano il 60%, che non si verificava dal 2002, chi avrà mai il coraggio di succedergli? Significativo è il fatto che seppure non siano ancora spente le luci su questa edizione già si accendano i riflettori sulla prossima. Perché se non si fosse capito, il Festival è ancora vivo e vegeto, ma soprattutto ruggisce ancora.