
5 Gennaio 2012
A proposito de “Il tredicesimo apostolo – Il prescelto”, la miniserie lanciata da canale 5 mercoledì scorso (4 gennaio), ci troviamo di fronte all’ennesimo prodotto sincretista, confezionato con i migliori ingredienti che la sceneggiatura televisiva poteva utilizzare per attirare l’attenzione del pubblico: esoterismo, paranormale, soprannaturale, religione, ragione, amore, mistero, ecc.
Una serie italiana che avrebbe potuto fare concorrenza ad X-File, se non fosse stato per il fatto che arriva un po’ in ritardo, visto che sono passati 18 anni dal primo episodio della famosa e fortunata serie americana. Insomma, il pubblico avrebbe potuto raggiungere la maggiore età, ed invece si ritrova catapultato indietro, con gli occhi spalancati su un genere che, a quanto pare, non ha stancato.
Del resto ciò che conta è l’audience e se il pubblico vuole vedere questo, va accontentato.
Ma ci sarà una novità? Certamente! La sorpresa c’è ed è tutta italiana: il protagonista maschile è un prete cattolico! Novità per il genere, ma non per la fiction paesana. Se in passato, però, si era limitato a vestire i panni di un più umile assistente sociale o detective, questa volta ha osato di più e, addirittura, è lui stesso il paranormale!
Sarà lui il prescelto? In effetti già il titolo è discutibile, poiché ignora che il tredicesimo apostolo, colui che ha sostituito Giuda Iscariota, è esistito e si chiamava Mattia. Inoltre, successivamente, il titolo è stato attribuito a Paolo e così siamo a quattordici! Comunque, accettiamo pure il titolo ad effetto, per un immaginario collettivo che riconosce in 12 il numero degli apostoli.
Un prete, dicevamo, dai poteri speciali. Mandato per spiegare l’inspiegabile, diventa lui il soprannaturale e … compie miracoli?
Ma passiamo anche su questo e andiamo avanti! Che tipo di prete è padre Gabriel (interpretato da un brillante Claudio Gioè)? Un sacerdote normalissimo che giustamente, però, in una Chiesa rappresentata secondo i più diffusi luoghi comuni, si vuole far passare per un prete alternativo perché sa parlare ai suoi studenti, gira in moto e sa mangiarsi un panino per strada. Niente di più normale, anche se forse un gesuita, diversamente da un prete secolare, dovrebbe vivere e quindi cenare regolarmente in una comunità (ma non entriamo in questi noiosi particolari).
Arriviamo al vero colpo di scena: la storia d’amore. E già, che novità! Poteva mancare l’attrazione fatale? Forse l’unica dinamica verosimile di tutto il racconto. Un giovane prete che si ritrova al centro dei pensieri di Claudia (la solita Claudia Pandolfi), altrettanto giovane psicoterapeuta, protagonista femminile della serie. Ed è qui che ragione e fede si scontrano per ritrovarsi a braccetto nella ricerca di una verità che, nonostante tutto, resta pur sempre oggettiva.
Concludendo, un prodotto scontato nel suo tentativo di essere originale; per nulla paragonabile a qualsiasi altra discutibile interpretazione del religioso; da vedere perché ricco di spunti di riflessione per una adeguata azione educativa.
http://youtu.be/HWJ3wnz0b1M