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Tratta di esseri umani: un milione e 200mila minori vittime nel mondo

9 Agosto 2016

di Antimo Verde – Un affronto alla dignità umana che spesso ricorre al terrorismo psicologico e alla violenza fisica. Un fenomeno aberrante, quello della tratta degli essere umani, che non accenna a diminuire e che al contrario, pare crescere in maniera vergognosa. Se si pensa, poi, che vittime di questo bieco fenomeno risultano essere, per lo più bambini e adolescenti, tutto è ancora più disdicevole. Dai dati che emergono dal Dossier del 2016 “Piccoli schiavi invisibili – I minori vittime di tratta e sfruttamento: chi sono, da dove vengono e chi lucra su di loro” di Save the Children, i minori vittima di schiavitù e grave sfruttamento nel mondo sarebbero, secondo le stime, un milione e 200mila.

In realtà, si tratta di un numero superiore, poiché, gli ultimi dati ufficiali disponibili parlano di 15.846 vittime di tratta accertate o presunte tali in Europa, di cui il 15% è un minore. In Italia, sono 1.125 le persone inserite in programmi di protezione e il 7% di loro ha meno di 18 anni. Un fenomeno che vede protagonisti soprattutto minori stranieri non accompagnati, cioè senza adulti di riferimento, molti dei quali sono in transito nel nostro Paese e si spostano da una città all’altra, non consentendone l’emersione e il tracciamento reale.

Questi ultimi, poi, rappresentano un potenziale bacino di sfruttamento per coloro che cercano di trarre profitto dal flusso migratorio, speculando in vari modi sulla vulnerabilità dei più piccoli. Il profilo dei minori vittima di tratta e sfruttamento in Italia vede una presenza significativa di ragazze nigeriane, rumene e di altri Paesi dell’Est Europa, sempre più giovani, costrette alla prostituzione su strada o in luoghi chiusi.

Attraverso le sue attività Save the Children, ha anche, intercettato gruppi di minori egiziani, bengalesi e albanesi inseriti nei circuiti dello sfruttamento lavorativo e nei mercati del lavoro in nero, costretti a spacciare droga o commettere altre attività illegali. A destare particolare preoccupazione sono i minori, tra i quali spiccano eritrei e somali che, una volta sbarcati sulle nostre coste, in assenza di sistemi di transito legali e protetti, si allontanano dai centri di accoglienza e si rendono invisibili alle istituzioni nella speranza di raggiungere il Nord Europa, divenendo facili prede degli sfruttatori.

Però, se da un lato è difficile quantificare il numero reale delle vittime di sfruttamento, dall’altro è ancora più complesso identificare quello degli sfruttatori. Incredibilmente nel nostro Paese la tratta di persone costituisce la terza fonte di reddito per le organizzazioni criminali, dopo il traffico di armi e di droga. Infatti, per la prima volta, il dossier approfondisce il profilo non solo delle vittime, ma anche degli sfruttatori. Il profilo degli sfruttatori è molto vario e va dal singolo fino alle organizzazioni criminali, che gestiscono la tratta di persone.

I gruppi transnazionali più complessi hanno cellule in tutta Europa e riescono a spostare e gestire un numero notevole di persone, arrivando a muoverle da un Paese all’altro del continente, a seconda della domanda di lavoro forzato o di prostituzione che si creano di volta in volta. Nel caso degli sfruttatori individuali, particolarmente frequente per le ragazze rumene e dell’Europa orientale costrette alla prostituzione, spesso la condizione di subordinazione e assoggettamento viene messa in atto da una persona con cui la vittima ha una relazione di parentela e/o un vincolo sentimentale.

Il vincolo di dipendenza affettiva, emotiva ed economica tra sfruttatore e vittima fa sì che quest’ultima non percepisca con chiarezza lo sfruttamento in atto. Lo stato di prolungato sfruttamento, l’asservimento psicologico, la continua frequentazione di connazionali coinvolti nel traffico di persone, nonché la normalità che assume la violenza nella vita quotidiana, fa sì che le ragazze nel tempo vengano indotte a partecipare al business della prostituzione, assumendo anche dei ruoli attivi.

Oltre alle attività di protezione dei minori migranti in frontiera, Raffaela Milano, Direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, ha annunciato che è stato attivato un nuovo servizio di helpline. Il numero verde 800 14 10 16, attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 11 alle ore 17, fornisce orientamento legale e psicologico e vuole essere un importante punto di riferimento per i familiari, residenti in Italia e in altri Paesi, per gli operatori di strutture e comunità, per operatori pubblici, volontari e cittadini, ma soprattutto per i minori che possono trovarsi in situazioni di rischio e per coloro che vogliono aiutarli.

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