
11 Settembre 2016
Per non dimenticare
Da quindici anni a questa parte, come ogni anno, c’è l’usanza, negli USA, di ricordare le vittime degli attentati dell’ 11 settembre del 2001. Tutti sappiamo di cosa si tratta e solidarizziamo con gli americani, partecipando al loro dolore.
Quel giorno, nell’arco di pochi minuti, morirono 2983 persone. Da quel momento i loro nomi furono iscritti nei libri di storia e, ancora oggi, si leggono tutti, uno per uno, il giorno dell’anniversario della tragedia.
Alimentare la memoria con questi gesti è un atto dovuto, che merita l’adesione della comunità internazionale, perché sia chiara la condanna, da parte di tutti, di quanto accaduto.
L’obiettivo dei terroristi
Sono trascorsi 15 anni e la promessa di Al Quaeda è stata mantenuta: nulla è più come prima. Forse qualcuno pensava che ancora una volta la storia l’avrebbero scritta i vincitori, ma fortunatamente la cultura digitale sta smantellando l’ennesimo luogo comune, a favore di una verità dal doppio volto. Non sono state solo le Torri Gemelle a crollare. La diffidenza, la paura, l’insicurezza si sono annidate nella mente, facendo crollare ogni sicurezza. Missione compiuta? Per niente! In 15 anni il terrorismo ha confezionato altre vittorie. Così, mentre qualcuno voleva convincersi e convincere della necessità della guerra contro il nemico invisibile, il numero delle vittime americane si triplicava, questa volta, però, perdendo anche il nome.
Diecimila morti fa
Ricercando in Rete, abbiamo provato a ricostruire questi 15 anni. Cosa è accaduto? Di numeri ne abbiamo trovati per tutti i gusti, ma volevamo indicare una fonte autorevole. Così ci fermiamo su i dati riportati da “Il sole 24 ore”, in un articolo pubblicato per in occasione del decimo anniversario. Cosa è accaduto? Quali conseguenze? Semplicemente si sono moltiplicati i morti: da 3000 a 10000 unità. E stiamo parlando soltanto dei soldati americani. Il numero di morti totali supererebbe le 225 mila persone, cifra stimata per difetto. Dove sono i loro nomi?
Per iniziare a ricordare
Riflettiamo sull’11 settembre e non solo nell’anniversario. Che sia una riflessione seria, filtrata dal complesso del vincitore e attenta a quei nomi lasciati nell’ombra per evitare che qualcuno potesse mettere in discussione la bontà di una guerra al nemico invisibile.