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Campagna antifumo: primi risultati positivi

3 Maggio 2017

di Antimo Verde – Che la sigaretta provochi, sia per chi la fuma sia per chi ne subisce il fumo, danni irreparabili alla salute, è risaputo da sempre. Per tale motivo da anni l’Italia ha iniziato una vera e propria campagna sociale per cercare, con iniziative di vario genere, di disincentivare, frenare e ridurre il consumo di tabacco. E i risultati sembrano finalmente arrivare, stando a quanto riportato dalla ricerca “The Tobacco Control Scale 2016 in Europe”, divulgato e realizzato dall’Associazione delle leghe europee contro il cancro.

Infatti, la posizione dell’Italia raggiunge un più che dignitoso 13° posto sui 35 Paesi presi in considerazione da tale rapporto. Un risultato maggiormente apprezzato, visto che rispetto al 2013 l’Italia ha addirittura guadagnato due posizioni. In questa speciale classifica UE dei paesi che combattono il fumo, risultano meritevoli e degni di note anche le sorprendenti performance, non solo di Spagna e Portogallo, ma dispetto di quanto si potesse pensare, anche di alcuni Paesi del Sud e dell’Est che solitamente sono collocati sempre in coda.

Come la Romania che, grazie alla recente introduzione del “no smoking” nei locali pubblici, è passata dal 19° posto del 2013 al 7° di quest’anno. Una controtendenza, che secondo gli autori del report, nel giro di poco tempo, coinvolgerà anche le nazioni più recalcitranti che certamente si adegueranno agli standard anti-nicotina di quelle che già occupano i primi posti. Questo sicuramente anche grazie all’applicazione in tutti gli Stati Membri della recente direttiva europea che ha detto stop alla vendita dei pacchetti da 10 sigarette e all’uso di additivi che la rendono più “gustosa”, come caffeina, vitamine, coloranti delle emissioni, o sostanze che facilitino l’inalazione o l’assorbimento di nicotina.

Se Germania, Austria e Lussemburgo continuano a non interessarsi alla gravità del problema, restando per altro il fanalino di coda della speciale classifica, il resto d’Europa invece, sembra voler seguire l’esempio dell’Italia, che ha già applicato con il decreto legislativo n. 6 del 2 Febbraio 2016, la direttiva n. 2014/40/UE che Bruxelles ha elaborato per l’occorrenza. Tutta l’Europa pertanto, si accinge, ad una dura lotta contro il fumo seguendo i provvedimenti sollecitati anche dall’Organizzazione Mondiale Della Sanità.

Tra questi, oltre al già menzionato divieto alla vendita dei pacchetti da 10 sigarette e di tabacco da meno di 30 grammi, anche l’introduzione di confezioni che per il 65 per cento avranno avvertenze sulla dannosità del fumo e il divieto di usare additivi o aromi per rendere il tabacco più attrattivo. La direttiva europea cerca, inoltre, di contrastare sempre più la diffusione del fumo tra gli adolescenti non solo con l’abolizione dei pacchetti piccoli, che essendo a basso costo sono facilmente alla portata dei giovanissimi, ma anche con l’obbligo di dichiarare la pericolosità del fumo sulle confezioni di tabacco per preparare da sé le sigarette e su quelle per la pipa ad acqua.

Probabilmente molti fumatori sono all’oscuro che molti degli additivi usati nelle sigarette come caffeina, vitamine o sostanze che facilitino l’inalazione o l’assorbimento di nicotina, le rendono ancora più cancerogene e tossiche. Pertanto, le nuove norme hanno proprio l’obiettivo di rendere ancora più stringenti gli obblighi dei produttori a dichiarare quanto contenuto in tabacco e sigarette e limitare le loro strategie pubblicitarie, anche in virtù del fatto che le avvertenze obbligatorie saranno fatte anche con immagini molto forti e da frasi che illustrano senza giri di parole i rischi legati al fumo.

Nel mirino finiscono anche le sigarette elettroniche con il divieto, anche per queste ultime, alla vendita online di tutti i prodotti del tabacco, compresi appunto i contenitori di liquido di ricarica con presenza di nicotina. È stato inoltre, introdotto il divieto di vendita ai minori di 18 anni di sigarette elettroniche e di liquido di ricarica con presenza di nicotina, l’obbligo che questi prodotti siano confezionati a prova di bambino e di manomissione, corredati da un foglietto illustrativo, contenente istruzioni d’uso, controindicazioni, informazioni su eventuali effetti nocivi.

La direttiva stabilisce, per di più, che i produttori dovranno notificare i nuovi prodotti agli Stati membri prima di immetterli sul mercato. Come per tutte le direttive europee tocca ora agli Stati membri tramutare, con norme diverse e in maniera autonoma, tali disposizioni in leggi. Ci si augura, pertanto, che almeno questa volta, l’Italia venga presa a modello e pienamente emulata.

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