
7 Settembre 2013
La questione siriana – Tutti conosciamo, per sommi capi, cosa sta accadendo in Siria. Da mesi c’è una rivolta interna alimentata da Hamas, e il governo locale è stato accusato di aver utilizzato armi chimiche per frenare i ribelli. Questa presunta reazione non è piaciuta ad Obama che, preoccupato per le sorti dell’umanità, ha deciso di punire il folle gesto. Senza dare nulla per scontato, chiariamo qualche punto.
Hamas – Chi o casa è Hamas? È l’acronimo di un movimento filo-palestinese che tradotto in italiano suona così: Movimento Islamico di Resistenza. In medio oriente sono considerati il braccio armato dei Fratelli Musulmani, organizzazione politica che si oppone allo Stato d’Israele. In altri termini, per la comunità occidentale, sono terroristi islamici.
Chi deve essere punito? – Chiaramente ogni forma di terrorismo, anche se a volte può nascere dall’esasperazione di un popolo oppresso o leso nei suoi diritti, deve essere sempre e comunque condannata. Precisiamo, però, che “ribelle”, in ogni caso, è colui che va contro il potere costituito, il vigente ordine politico, il governo di turno, in altre parole, a torto o a ragione, la minoranza.
A questo punto, se pure fosse vera la questione delle armi chimiche, ci chiediamo: chi deve essere punito, il governo o il popolo, i terroristi o i ribelli?
Chi deve punire? – Un’altra lecita domanda che ci poniamo è la seguente: chi deve punire e a quale titolo? Qui si propone Obama, in nome della Pace e della sicurezza internazionale. Forse siamo troppo piccoli per comprendere le ragioni di uno che, evidentemente, di Pace ne capisce visto che ha vinto un premio Nobel. Ci suona troppo strano, però, il fatto che il presidente degli Stati Uniti, per molti l’uomo più potente del mondo, in questo caso non rappresenti gli americani e il popolo occidentale, ma semplicemente se stesso e le sue idee. Lo conferma quando dichiara di sapere che sta per compiere una scelta impopolare.
In effetti, non sempre il popolo è saggiamente educato e quindi ben venga che, in alcuni casi, per il bene comune, si possano prendere decisioni non condivise. Ma a questo punto nasce spontanea un’osservazione. Ammesso pure che il popolo non sia preparato, in questo caso c’è una comunità internazionale che frena: in primo luogo l’ONU e a seguire l’Unione Europea e tanti singoli Stati (tra questi la Russia e la Cina). Tutti ignoranti in materia?
Infine, ammesso pure che qualche Paese si convinca, siamo sicuri che questo attacco punitivo è per il bene comune? Si risolve davvero la questione in medio-oriente?
A. G.