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Gli adolescenti ed il corpo: tra narcisismo e rabbia

30 Ottobre 2017

di Valeria Guasco –

L’adolescenza ha da sempre rappresentato per un essere umano una fase controversa della vita. Oggi, più che nel passato, durante questo delicato momento esistenziale, il rapporto tra gli adolescenti ed il corpo diviene un punto nodale. Il corpo viene vissuto come estraneo, non integrato nel sé, ma vissuto come qualcosa da manipolare per farlo coincidere con le aspettative sociali e culturali del mondo contemporaneo. Si tratta di un corpo che tradisce, stupisce, affascina, punisce e, nella società dell’immagine dove si persegue un ideale di perfezione estetica irraggiungibile, il corpo diviene campo di battaglia della formazione dell’identità personale.

Tra l’altro, numerosi psicologi ed antropologi, notano ch si sono diffuse tra i ragazzi una serie di manipolazioni violente del loro fisico. Ad esempio, i disturbi alimentari (anoressia e bulimia), il ricorso a piercing e a tatuaggi estremi sono degli accanimenti contro un corpo che non riconoscono, che sentono estraneo. Nel processo di crescita il sé ed il corpo non sono perfettamente integrati e per far ciò è necessario che i ragazzi costruiscano un’immagine del loro corpo soddisfacente e positiva.

Purtroppo, per le nuove generazioni, il processo è più difficile in quanto se per le generazioni passate l’elemento fondante dell’io era il senso di colpa, oggi si è sostituito il narcisismo. Quest’ultimo rende gli adolescenti insicuri, convinti di essere brutti, inadeguati, di non poter essere riconosciuti e diventare famosi. Il corpo diventa il bersaglio dei giovani: ricorrono spesso all’autolesionismo come modo di trasformare il dolore mentale in dolore fisico producendo un effetto calmante.

Se poi il corpo non riproduce il modello imperante esso deve essere punito. In questo le ragazze sono ancora più sofferenti poiché sviluppano già dall’età di dieci anni l’uso della femminilità seduttiva: se crescendo il corpo non risponde all’ideale estetico perfetto, la crisi è garantita quando il corpo si sviluppa.

Ma un genitore, un educatore, quando deve intervenire? Secondo gli psicologi bisognerebbe avere una visione di insieme. Se una figlia fa una dieta assurda o un figlio si fa dei tatuaggi esagerati ma nel complesso sta crescendo bene e quindi il processo di separazione dalla madre, la socializzazione, l’identificazione sessuale vanno avanti non c’è da preoccuparsi. Il problema è oggi quello di rivendicare l’individualismo etico nel senso che noi nasciamo in una comunità di appartenenza in cui la famiglia insegna ciò che è giusto e ciò che non lo è. Nel momento dell’adolescenza, fase cruciale, bisogna autenticare o non ciò che ci è stato trasmesso. Si tratta di una fase in cui si avalla o si rifiuta l’etica di provenienza; così si diventa adulti. Se tale processo non accade, si resta a livello morale un adolescente. Quindi i ragazzi di oggi hanno il difficile compito di imparare ad essere uomini liberi.

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