
4 Maggio 2015
Un’esperienza unica nel suo genere, anche se alla sua XIX edizione, la partecipazione dell’Associazione Meter all’udienza del Papa domenica 3 maggio.
Sono quasi vent’anni che, grazie ad un’intuizione del fondatore don Fortunato Di Noto, si celebra la Giornata Bambini Vittime della violenza, dello sfruttamento e dell’indifferenza, contro la pedofilia.
Collaboratori, volontari e simpatizzanti di Meter, provenienti da diverse parti d’Italia, si sono dati appuntamento a piazza San Pietro, per unirsi a don Fortunato e agli amici siciliani, e ascoltare papa Francesco. Il Pontefice ha ringraziato Meter per l’impegno contro la pedofilia e invitato tutti ad impegnarsi “affinché ogni persona umana, e specialmente i bambini, sia sempre difesa e protetta”.
Nel pomeriggio, don Fortunato ha celebrato la S. Messa e, di seguito, si è fermato a salutare i volontari, tra questi diversi giovani giunti a Roma per l’occasione. Il fondatore di Meter ha ringraziato tutti per la sensibilità dimostrata nei confronti dei più piccoli, evidenziando l’indifferenza da parte di molti per un problema reale, ma purtroppo poco sentito forse proprio perché, nella società dell’immagine, contrariamente a stragi ed omicidi, le vittime e i danni procurati da questa piaga non si possono mostrare. Se non è possibile vedere, allora, si rende necessario parlare. Su questa linea sembra essere il presidente della Repubblica Mattarella quando, rivolgendosi in una nota a Meter, dice: nella lotta alla pedofilia “è necessario uno straordinario impegno culturale per contrastare fenomeni di omertà, di passiva accettazione, di indifferenza”.
Si rende quindi indispensabile un’attività di sensibilizzazione capillare, che stimoli nuovi percorsi educativi nella Chiesa e possibili alleanze con la famiglia e la scuola.
Come sottolineato da Papa Francesco, tutti devono impegnarsi nella difesa dei bambini. A tal proposito, don Fortunato ha ribadito come Meter oltre a rappresentare un’associazione, esprima anche un carisma preciso che, in maniera trasversale può essere condiviso in ogni realtà educativa: gruppo, movimento, parrocchia, diocesi, etc. Non una struttura accanto alle altre, ma un’esperienza all’interno di ognuna, lì dove si condivide la passione per l’educazione e la difesa dei bambini.
Un modello per tutti, Santa Maria Goretti, ragazza di 11 anni uccisa in seguito ad un tentativo di violenza, per aver difeso la sua purezza e tentato di salvare non tanto se stessa dalla morte, ma l’anima di Alessandro Serenelli, suo assassino, dalla dannazione. Miracolo che, a quanto pare, riuscì a compiere, contribuendo, dall’alto dei Cieli, alla conversione dell’aggressore.
Vista la grande sfida portata avanti da don Fortunato da più di 20 anni, non ci resta che continuare ad appoggiare la sua attività, condividendone gli obiettivi e, di conseguenza, apportando il nostro umile contributo sui diversi fronti dell’azione educativa.
P. E.